IL TEMA DEL LAVORO NEL ROMANZO DEL 900: VOLPONI, BIANCIARDI, PARISE

IL TEMA DEL LAVORO NEL ROMANZO DEL 900: VOLPONI, BIANCIARDI, PARISE
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RITA CEGLIE, Il lavoro, la città e i suoi conflitti in Volponi, Biancardi, Parise.
Il mio percorso parte da Memoriale, l’esordio narrativo di P. Volponi del ’62, la cui stesura era durata due anni, e che esce a pochi mesi di distanza dal n. 4 di «Menabò» (1961) con cui Vittorini apre il dibattito su letteratura e industria. A narrare è l’operaio contadino Albino Saluggia nella forma di regressione analettica, un tisico e nevrotico, che dal lago di Candia nel Canavese ogni giorno arriva in treno alla “fabbrica X” per farvi ritorno solo alla sera.
Con L. Bianciardi e G. Parise ci spostiamo in una città del Nord, molto probabilmente Milano, capitale indiscussa del “miracolo economico”, dove entrambi gli autori arrivano, lasciando il microcosmo della provincia per lavorare in una casa editrice, la Feltrinelli il primo, la Garzanti il secondo.
Su questo scenario della nuova antropologia “miracolata” si colloca la vicenda de La vita agra di L. Bianciardi (1962) e de Il padrone di G. Parise (1965).